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L'alfiere si esibisce accompagnato da un tamburo |
Sin dall'epoca antica la musica ha sempre avuto un ruolo nella guerra, difatti era uno dei fattori psicologici più usati per far marciare gli eserciti, scandendo il passo e i ritmi da seguire, oltre che il suo ruolo per la fase in cui si impartivano gli ordini.
Lo sbandieratore era un soldato che agile e fisicamente possente facendo la sua comparsa nei campi di battaglia nel 1300, quando si creano i primi gruppi scelti di addetti alle segnalazioni visive.
Di fatti la bandiera con cui armeggiava lo sbandieratore recava i simboli comunali o rappresentativi dall'esercito, ed eseguendo determinati movimenti notabili da tutto il campo di battaglia esprimeva quelli che erano gli ordini da eseguire dettati dal comandante o le azioni da compiere.

Con il finire delle Guerre d'Italia del 1500, il secolo successivo si presentò come più "tranquillo" ed il ruolo dello sbandieratore si spostò a corte, dove con la sua maestria dell'armeggiare con il vessillo eseguiva spettacoli per i regnanti, accompagnato dal suono di chiarine e tamburi, cosa che accadeva anche fra il popolo in occasione ad esempio di feste patronali.

Con l'avvento del Medioevo nelle scene di battaglia terrestri la musicalità venne adattata a marce e segnali di attacco, oltre che per sospingere gli eserciti. La chiarina medievale successivamente ebbe grandi risvolte nelle sale dei palazzi, mentre nell'arco storico che ancora riguarda il gioco della bandiera e degli eserciti, a partire dalla metà del '600 si affiancarono ai tamburi al posto delle chiarine i flauti, come dimostrato da incisioni delle forze armate della Repubblica di Venezia.
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